Come il loro stesso nome sembra suggerire, i beni rifugio sono quegli asset sui quali gli investitori si spostano quando i mercati attraversano momenti di crisi, ma non solo. Vediamo quali sono i più importanti e come utilizzarli per coprire i nostri risparmi di trading.
Quali sono i beni rifugio e a cosa servono?
Con il termine beni rifugio, dall’inglese safe heaven, si fa riferimento a una particolare classe di asset a cui il mercato attribuisce un valore intrinseco stabile, che risente poco o nulla delle crisi di mercato.
I beni rifugio possono cambiare nel tempo, ed è quindi molto importante sceglierli con attenzione. Devono dimostrarsi stabili e duraturi, e inoltre avere una liquidità elevata, così da consentire di aprire posizioni alla svelta qualora la situazione del mercato lo richiedesse.
La prima grande categoria di beni rifugio è costituita da quelli materiali: oro e altri metalli preziosi, beni immobili, materie prime essenziali, fonti energetiche (ad eccezione del petrolio, che merita un discorso a sé). In questo caso il loro valore intrinseco è legato alla loro limitata disponibilità (come nel caso dell’oro) o al fatto che sono ritenuti indispensabili (come nel caso di derrate alimentari o appartamenti).
Alla seconda categoria appartengono invece beni intangibili, come titoli di Stato, valute o azioni dei comparti essenziali. Il valore di questi beni, al contrario, dipende dal forte potere rassicurante che hanno sugli investitori. Gli esempi più canonici sono quello del dollaro USA, dello yen e del Heaven franco svizzero nel comparto valutario, dei BTP BUND tedeschi e dei Treasury USA tra le obbligazioni, o le azioni su beni cosiddetti anticiclici.
Come funzionano i beni rifugio?
Come le maree che si innalzano e si ritirano, anche nei mercati vi sono periodi in cui i prezzi dei titoli aumentano e altri in cui calano. Queste situazioni sono generalmente cicliche e attraversano fasi espansive, di consolidamento, di recessione, di inversione e poi ancora espansione. Si tratta dei naturali cicli di mercato, e sapere come affrontarli è essenziale per qualsiasi trader.
Quando le ombre della crisi si affacciano sul mercato i trend ribassisti si fanno spazio, e sui mercati gli investitori cominciano a liquidare in massa le loro posizioni scoraggiati dalla discesa dei prezzi. Questo atteggiamento causa delle forti ondate ribassiste, che si autoalimentano e segnano nuovi minimi sempre più bassi.
Gli investitori per scongiurare un deprezzamento degli strumenti in loro possesso, convertono quindi i loro averi in beni rifugio, considerati più sicuri.
Se un tempo questo ruolo era svolto da sale, perle, caffè e spezie e altri beni considerati pregiati e rari, oggi sui mercati imperversano invece derivati finanziari, bond, opzioni e CFD. Meno romantici, forse, ma ben più pratici.
Il loro ruolo però non è cambiato: fintanto che l’indecisione imperversa questi asset fungono da cassaforte per il valore degli investimenti, e talvolta riescono a regalare addirittura qualche apprezzamento. Quando la situazione torna calma, invece, gli investitori lasciano questi asset per rilanciarsi su altri più redditizi.
Hedging: le strategie di copertura
Finora abbiamo visto come è possibile sfruttare i beni rifugio in tempi burrascosi, ma il mercato di questi asset, seppur con dinamiche differenti, va avanti anche quando sui mercati soffia aria di quiete.
Questo perché il loro grande pregio, ossia la stabilità, può proteggere sempre. Un trader che abbia deciso di investire su un mercato altamente volatile, o che sia preoccupato da un portafoglio di asset con un alto grado di correlazione, può optare per l’investimento in beni rifugio per riequilibrare il profilo rischio rendimento del proprio account.
Insomma per poterli apprezzare non deve necessariamente essere in crisi l’intero mercato, perché questi asset sono ideali anche per fornire un buon grado di diversificazione.
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Esempi di beni rifugio
Esistono alcuni asset che si sono più volte confermati preziosi ripari in tempi di crisi economica:
- oro
- valute forti
- titoli di stato
- azioni di settori indispensabili
Oro come bene rifugio
L’oro è considerato il bene rifugio per eccellenza, ma anche il più estremo. Vale a dire che gli investitori non ricorrono generalmente all’oro come prima soluzione, ma come ultima spiaggia. Non bisogna infatti dimenticare che quando si fa trading sull’oro senza CFD bisogna provvedere, oltre che ad entrarne in possesso, anche ai costi di detenzione e stoccaggio del prezioso metallo, per non parlare di come conservarlo in un posto sicuro!
Oltretutto l’oro è quotato in dollari, a loro volta considerati un bene rifugio, motivo per cui per la maggior parte del tempo i due asset sono inversamente correlati. In certi casi tuttavia questo può cambiare in modo imprevisto, rendendo anche l’oro un investimento da valutare con cautela.
I vantaggi di operare con l’oro in una situazione di crisi sono:
- Essendo una risorsa fisica e tangibile, a differenza della moneta FIAT che risente di inflazione e decisioni di politica monetaria, la quantità di oro rimane sempre praticamente invariata, se non per attività estrattiva.
- Durante le grandi crisi gli investitori hanno mostrato la tendenza a convertire i loro risparmi in oro, contribuendo ad aumentarne il prezzo, e rendendo questo investimento redditizio in periodi di trend generale ribassista.
Forex – Mercato valutario
L’oro resta comunque una risorsa sulla quale dirigersi solo negli scenari peggiori, e normalmente gli investitori tendono a preferire investimenti più liquidi e rapidi, come le valute di paesi economicamente stabili, prime fra tutte dollaro, yen e franco svizzero.
Il dollaro appartiene all’economia USA, considerata la prima al mondo.
Lo yen è sostenuto dalla forte e in continua espansione economia giapponese, ed è in assoluto la valuta che ha mostrato la crescita più rapida dagli anni 70 ad oggi.
E il franco non è da meno! Si è dimostrato una valuta forte, stabile e scarsamente volatile. Inoltre è protetto dall’indipendenza della Svizzera dall’Unione Europea, che contribuisce a isolare la valuta da qualsiasi crisi politica ed economica che possa interessare l’eurozona (come la recente Brexit).
Dall’ultima crisi finanziaria globale, la fama del dollaro come valuta rifugio è stata leggermente incrinata a favore dei buoni del tesoro statunitensi. Nonostante ciò, continua ad avere alcune delle principali caratteristiche dei classici beni rifugio, prima fra tutte la liquidità. Esso rimane, di gran lunga, la valuta più utilizzata al mondo.
I vantaggi delle valute come beni rifugio:
- la stabilità economica del paese è riflessa dalla valuta interna, a sua volta percepita sicura.
- in una situazione di crisi o recessione economica generalmente mostrano decisi trend rialzisti dovuti all’aumento di domanda estera
Buoni del tesoro
Anche alcuni tipi di obbligazioni sono meta di investimenti in tempi incerti, come i Titoli di stato (in inglese bond) emessi da economie considerate particolarmente stabili: i più popolari sono i Treasury USA e i Bund tedeschi.
Entrambi sono considerati investimenti a basso rischio, in quanto questi titoli di Stato a 10 anni permettono di investire direttamente sull’economia in cambio di un rendimento (dato dalla cedola e dallo scarto di emissione). Alla scadenza queste obbligazioni sono restituite dai governi stessi, e ogni investitore sa bene che Stati Uniti e Germania saranno quasi certamente in grado di pagare i loro debiti, indipendentemente da ciò che accade nei mercati.
Per questo motivo, le obbligazioni tedesche e americane sono ampiamente richieste in periodi di instabilità del mercato. Questa richiesta porta a ridurre il tasso di interesse in modo proporzionale all’aumento del loro valore.
Azioni di aziende essenziali
Non tutti i settori del mercato sono colpiti allo stesso modo durante le recessioni economiche. Alcune aziende sono tipicamente più resilienti di fronte a questi eventi: servizi pubblici (acqua, luce, gas, ecc.), beni di consumo di base (cibo e beni di prima necessità) e salute (aziende sanitarie, farmaceutiche, parafarmaceutiche).
Anche in situazione di crisi i consumatori non possono fare a meno di esigere questi servizi, motivo per il quale sono considerati beni anticiclici. Il settore finanziario, l’edilizia e le nuove tecnologie, settori normalmente preferiti dagli investitori, vengono messi in secondo piano, mentre le preferenze migrano verso porti più sicuri.
È infatti proprio in tempi di crisi che i settori “essenziali” subiscono i maggiori apprezzamenti, conquistandosi un posto di tutto rispetto nella categoria dei beni rifugio.
Beni anticiclici, beni rifugio | Beni ciclici e più vulnerabili a una crisi |
Approvvigionamento idrico ed energetico | Settore bancario |
Beni di consumo di base | Edilizia |
Salute | Tecnologia |
Quando un bene smette di essere un bene di rifugio?
Lo scopo del trading con i beni rifugio non è trarre profitti, ma preservare i propri investimenti attraverso periodi di turbolenza che li mettono a rischio. Certo, può accadere che il bene rifugio sul quale si è investito subisca un apprezzamento, ma si tratta per lo più di piacevoli sorprese.
Nessuno può garantire che un bene che si sia dimostrato un valido rifugio in passato si riconfermi tale, e come qualsiasi altro investimento, anche quello nei beni rifugio va valutato con attenzione.
L’interesse per il loro valore in tempi di crisi è dovuto alla incalzante domanda, supportata o meno dalle politiche economiche e monetarie degli Stati. Non bisogna infatti dimenticare che una volta terminata l’instabilità, l’attenzione degli investitori si sposterà nuovamente sui settori in grado di apportare seri profitti, rendendo essenziale un buon tempismo per scegliere le posizioni di entrata e di uscita.
Unica eccezione le azioni dei beni rifugio, dove la perdita di attrattiva post crisi non è così significativa. Queste società infatti godono di una curva anelastica di preferenza: ottengono dei benefici in tempi di crisi, ma una volta che il panorama economico sarà complessivamente migliorato, continueranno la loro strada pressoché indisturbate.
Come si possono utilizzare i beni rifugio nel trading?
Non tutti i trader possono permettersi l’acquisto di lingotti d’oro o il costo legato al loro stoccaggio, e neppure di immobilizzare il proprio denaro in buoni del tesoro per 10 anni.
Per i piccoli investitori i CFD possono dimostrarsi la scelta più versatile per il trading con i beni rifugio, sia per i loro costi relativamente ridotti che per la loro flessibilità (non hanno infatti data di scadenza). Il loro è un mercato altamente liquido, con il vantaggio di poter aprire e chiudere posizioni rapidamente e ad un costo contenuto.
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