Azioni Walmart
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Come fare trading sulle azioni Walmart
Walmart è un’azienda enorme e opera nei più svariati settori. Questa enorme esposizione al mercato da un lato attutisce bruschi movimenti di prezzo, dall’altro espone i fianchi dell’azienda alle più disparate insidie. Vediamo una sintesi di quali fattori tenere in considerazione per investire efficacemente sull’azienda più grande al mondo:
- Accordi commerciali e tariffari
Walmart ha sedi in 27 paesi diversi, ciascuno con la sua giurisdizione, di conseguenza deve destreggiarsi attraverso innumerevoli accordi commerciali e tariffari. Bisogna essere al corrente almeno dei più importanti, perché possono avere un impatto significativo sui margini complessivi dell’azienda. - Questioni legislative e fiscali
Come ogni grande azienda e datore di lavoro, anche Walmart deve far fronte ai continui aggiornamenti delle politiche legislative e fiscali. Le leggi di ogni paese, come quelle sul salario minimo o sulle tassazioni mirate, possono impattare fortemente i suoi profitti. - Prestazioni della concorrenza
Walmart ha concorrenti in tutti i settori in cui opera: vendite al dettaglio ed e-commerce di generi alimentari, maxi-negozi di articoli per l’edilizia, grandi magazzini e così via. Oggi l’azienda può dire di essere in testa, ma bisogna comunque monitorare con attenzione le prestazioni dei concorrenti principali, in ogni comparto. - Cattiva opinione del pubblico
Walmart è un marchio popolare, ma non sempre è saltato all’attenzione della stampa per nobili motivi. Dalla sua fondazione a oggi ha subito svariate controversie: lamentele sui salari e sulle condizioni dei lavoratori (specialmente donne incinte), discriminazioni razziali, uso improprio di fondi pubblici, critiche sull’impatto ambientale, concorrenza sleale, inefficienze nei protocolli di sicurezza, sfruttamento e la lista continua. - Report periodici
L’anno fiscale di Walmart va da febbraio a gennaio. La società rilascia ogni tre mesi pubblicazioni che includono rapporti su ricavi e costi, dividendi e, qualche volta, i prospetti per il futuro. Chiunque fosse interessato a farsi un’idea delle prestazioni dell’azienda dovrebbe tenere traccia delle date di rilascio e del loro contenuto.
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Storia Walmart
Walmart è la più grande catena GDO del mondo, e nel 2010 è stata la prima multinazionale al mondo per incassi. È così grande che le sue entrate annuali superano di ben tre volte quelle del suo concorrente più vicino, il colosso francese Carrefour.
A partire da ottobre 2020, Walmart è diventato tra i datori di lavoro che contano più dipendenti, con i suoi 2,1 milioni. Per raggiungere e servire oltre 265 milioni di clienti settimanali l’azienda si affida a siti di e-commerce e ai suoi quasi 11.500 negozi sparsi in 27 diversi paesi del mondo.
A dispetto del suo enorme successo attuale, però, le origini di Walmart sono piuttosto umili. Il primo negozio è stato fondato da Sam Walton il 2 luglio 1962 a Bentonville, in Arkansas (USA), per accontentare i consumatori attratti da grandi quantità di merci a prezzi bassi. La scelta di cominciare ad operare lontano dai grandi centri si è rivelata vincente, e ha permesso alla catena di affermarsi lontano dall’area di minaccia dei concorrenti dell’epoca, come Kmart e Sears.
Entro la fine del 1960, Walmart contava 18 negozi, e nel 1970, la società ha sviluppato e messo alla prova un’ingegnosa strategia di distribuzione e gestione dei magazzini. Il piano prevedeva la costruzione di enormi magazzini da usare come centri di stoccaggio e distribuzione per i negozi circostanti, consentendo all’azienda di acquistare volumi ancora maggiori beneficiare ulteriormente delle economie di scala. Entro la fine del 1970 Walmart è stata l’azienda più veloce a raggiungere il fatturato di un miliardo di dollari, espandendo i propri negozi in diversi settori: dai generi alimentari, centri di assistenza auto, farmacie, calzature, gioielli.
Negli anni ’80 hanno aperto i primi Sam’s Club (magazzini riservati ai membri) e Walmart Supercenters (negozi grandi come 6 stadi di calcio che vendevano merce di ogni tipo). Nel 1990, Walmart era il più grande rivenditore degli Stati Uniti e nel 2001 la più grande azienda al mondo, con ricavi che superavano di gran lunga quelli di Exxon Mobil. Il primo ottobre 1970 l’azienda ha ottenuto la sua quotazione con ticker WMT, ed è attualmente negoziabile alla NYSE, nel settore discount, sezione Consumer Defensive. “Save money. Live better” è il suo slogan dal 2007.
Il suo portafoglio attivo è stato tra i motivi principali per cui la multinazionale è riuscita ad accelerare la sua crescita verso l’alto. Negli ultimi anni, la società ha cominciato ad acquistare nel redditizio spazio di e-commerce, per far fronte a competitors come Amazon. I suoi principali acquisti includono Flipkart per 16 miliardi di dollari, Jet.it per 3,3 miliardi e CareZone per 200 milioni. E nemmeno le cessioni sono mancate, come quella della McLane Company a Berkshire Hathaway per 1,5 miliardi di dollari.
Storia delle azioni Walmart
Le azioni di Walmart hanno esordito ad un prezzo lancio di 16,50$. Da allora, la società è andata incontro a undici frazionamenti azionari 2 a 1. I primi tre nel 1970; cinque nel 1980; tre nel 1990. Per farsi un’idea della crescita esponenziale cui è andata incontro l’azienda, basta seguire il percorso di prezzo delle sue azioni. Nei primi anni Ottanta ogni azione valeva 1$ (valore corretto per i frazionamenti); nel ‘91 superava i 10$, per poi consolidarsi intorno a questo valore fino al ’96; nei primi del 2000 a seguito di un forte trend rialzista il prezzo aveva raggiunto i 70$.
Poi il secondo consolidamento fino al 2018, terminato con la rottura della barriera psicologica a 100$. Senza più ostacoli che impedissero al titolo di salire ancora, ha continuato a viaggiare deciso fino a settembre 2020 verso il record di 150$, e ora sembra deciso a non muoversi da lì.
Walmart paga ai suoi azionisti dividendi trimestrali ad incremento annuale. Il primo dividendo pagato risale al 1974, e ammontava a soli 0.05$, ma da allora non ha fatto che aumentare di anno in anno. Oggi, con una storia di oltre cinquanta anni di aumenti costanti, Walmart si è conquistato il suo scranno tra i “Dividend King” di Wall Street. Il vantaggio di pagare dividendi è duplice: l’azienda “fidelizza” gli investitori con un’entrata fissa; gli azionisti possono ammortizzare le i costi di investimento in caso di ribasso, senza però inficiare i guadagni qualora il titolo subisse apprezzamenti.
FAQ sulle azioni Walmart
- Perché dovrei scambiare azioni Walmart?
Perché è il più grande rivenditore di mattoni e malta al mondo, per il suo mozzafiato giro d’affari durante le festività, perché è il maggior venditore di generi alimentari negli Stati Uniti, per il peso del suo settore e-commerce. Comunque lo si prenda, con le sue enormi dimensioni Walmart rimane un potente motore di crescita. Le azioni di Walmart che ogni giorno passano di mano in mano sono milioni.
- Walmart è il miglior fornitore retail da tradare?
Il primato di miglior marchio retail nelle sessioni di trading potrebbe cambiare di volta in volta, perché il settore è competitivo e affollato. Ma Walmart resta comunque un buon titolo per il trading. Anche durante i periodi di consolidamento e lateralità, come quello a cavallo tra il 2000 e il 2015, è riuscito a dare buone opportunità ai trader di tutti gli stili. Oggi la situazione di Walmart sembra in costante miglioramento, e non dovrebbe essere troppo difficile trovare una strategia per trarre profitto dal trading di azioni Walmart.
- Qual è la migliore strategia per il trading di azioni Walmart?
Walmart segue un trend costante dal 2015, per cui a rigor di logica il miglior modo di tradare il titolo dovrebbe essere quello di adottare strategie di trend following. Anche le strategie di momentum trading possono funzionare, specialmente durante i periodi in cui le azioni Walmart diventano più forti della media. Le strategie di trend trading solitamente consigliano di cavalcare l’uptrend finché dura; quindi, chi le segue sarà incoraggiato a prendere posizioni lunghe. Per entrare nel mercato con una buona posizione si potrebbero sfruttare diversi indicatori tecnici, come l’RSI o il MACD.