Che cos’è un crollo del mercato azionario?
Sapevi che i crolli di mercato possono rappresentare delle opportunita’ di investimento concrete? Scopri come con AvaTrade.
Un crollo del mercato azionario è una rapida e vertiginosa – quanto inaspettata – diminuzione dei prezzi delle azioni. Per quanto non ci sia una percentuale ben definita, un tipico crollo del mercato azionario risulterà in perdite di oltre il 10% nel giro di un paio di giorni, come misurato dai principali indici di borsa, quali lo S&P 500, il NASDAQ, e il DJIA. Per quanto il termine “crollo” inspiri paura tra gli investitori, è importante capire che nei mercati i crolli sono episodi naturali che accadono piuttosto di frequente.
Per mettere le cose in prospettiva, dal 1950 ci sono state 38 correzioni di mercato ufficialmente documentate nello S&P 500. È una media di una ogni 1,84 anni, dove con ‘correzione’ si intende una flessione dei prezzi di almeno il 10% rispetto ai recenti massimi in chiusura. Tra queste correzioni di mercato, 9 sono state categorizzate ufficialmente come ‘mercati orso’, con flessioni superiori al 20% rispetto ai massimi. Ciò ci dà una media di un mercato orso ogni 7,78 anni.
Ma quanto durano?
Delle 38 correzioni di mercato dello S&P 500 sin dal 1950, circa il 63% sono durati almeno 3,5 mesi, mentre un altro 18% ha impiegato 10 mesi per toccare il fondo. Ciò significa che oltre l’80% delle correzioni di mercato sono durate meno di 1 anno. Le correzioni di mercato di solito durano qualche mese, mentre i mercati orso vengono considerati in termini di anni. È per questo che è importante sottolineare come praticamente qualsiasi correzione di mercato documentata per lo S&P 500 prima o poi è stata spazzata via da un successivo mercato toro. Anche tenendo in conto tutti questi crolli/correzioni di mercato, storicamente lo S&P 500 ha riportato rendimenti medi annui del 7%. Quindi, per quanto ogni crollo del mercato azionario sia spaventoso nel breve termine, col senno di poi, rappresentano delle grandi opportunità per gli investitori a lungo termine.
I più famosi crolli del mercato azionario nella storia recente
Come menzionato, i crolli del mercato azionario non sono eventi isolati. Ce ne sono stati moltissimi, e ognuno ha qualcosa di prezioso da insegnare agli investitori. Ecco alcuni dei più notevoli crolli del mercato azionario della storia:
- La mania dei tulipani del 1637. Si tratta di uno dei crolli del mercato azionario più documentati della storia, durante il quale i bulbi di tulipano venivano considerati una materia prima rarissima, con prezzi che arrivavano a fino 10 volte il salario medio di un lavoratore. I bulbi di tulipano crollarono quando le persone iniziarono a comprarli a credito e, ad oggi, il termine “tulipomania” simboleggia i pericoli dell’avidità umana.
- La Bolla dei Mari del Sud del 1720. Fondata nel 1711, la South Sea Company (Compagnia dei Mari del Sud) doveva entrare nella lucrativa tratta degli schiavi nelle regioni dell’America centrale e meridionale. Le quote della società vennero acquistate sia dal pubblico che dal governo britannico, ma quella che all’inizio sembrava una miniera d’oro non riuscì a soddisfare le aspettative, e le quote crollarono perdendo oltre l’82% del proprio valore.
- Il crollo del mercato azionario del 1873. Dopo la guerra civile statunitense, negli USA si assistette al boom delle ferrovie: tra il 1865 e il 1873, vennero costruite oltre 40.000 chilometri di rotaie. Quando nel 1873 la banca Jay Cooke & Company crollò citando, tra le altre ragioni, la propria incapacità di vendere le obbligazioni delle ferrovie, il mercato si fece prendere dal panico e mancò poco che il risultante declino economico non facesse crollare il settore ferroviario, all’epoca l’industria non-agricola più importante del paese.
- Il panico del 1907. Il panico prese piede nell’arco di tre settimane nell’ottobre del 1907, e portò il NYSE a perdere oltre il 50% rispetto ai massimi dell’anno precedente. Il crollo fu scatenato dal tentativo fallito di far crescere artificialmente il prezzo delle azioni della United Copper, ma le conseguenze si espansero fino alla liquidità di mercato e ispirarono la sfiducia dei depositanti nelle istituzioni finanziarie.
- Crollo di Wall Street del 1929. Dopo un periodo di speculazione positiva che venne soprannominato “i ruggenti anni ’20”, l’intera macchina si bloccò durante il cosiddetto Giovedì Nero del 29 ottobre 1929, quando i prezzi del mercato azionario crollarono e vennero scambiate oltre 16 milioni di azioni. Il crollo segnalò l’inizio della Grande Depressione, e si dovette attendere fino al 1954 per vedere i prezzi delle azioni ritornare ai massimi pre-depressione.
- Il “Lunedì Nero” del 1987. Il 19 ottobre 1987, (soprannominato “Lunedì Nero”), l’indice americano Dow Jones Industrial Average registrò una perdita del 22% in un unico giorno (il più grande calo di sempre). Questo viene considerato il primo crollo del mercato azionario contemporaneo, scatenato da aggressivi modelli di trading computerizzati, panico tra gli investitori e strategie di assicurazione per i portafogli.
- Scoppio della bolla giapponese del 1992. Tra il 1986 e il 1991, il Giappone assistette a una bolla causata dall’apprezzamento selvaggio delle azioni e delle proprietà immobiliari. Il facile accesso al credito e la speculazione sfrenata fecero alzare i prezzi, ma la bolla scoppiò nel 1992, ed è stato solo nel 2008 che i prezzi hanno ricominciato a salire.
- Crisi finanziaria asiatica del 1997. Scatenata dalla decisione della Thailandia di sganciare la valuta locale dal dollaro statunitense(USD), una serie di svalutazioni delle valute si diffuse velocemente ai paesi limitrofi e riuscì a destabilizzare l’economia asiatica e i mercati finanziari globali.
- Scoppio della bolla delle dot-com del 2000. La bolla delle dot-com si presentò durante un periodo di eccessiva speculazione sui titoli connessi a internet. Tra il 1995 e il 2000, il NASDAQ quintuplicò il proprio valore ma, prima del 2002, il mercato era crollato di oltre il 78%, restituendo tutti i guadagni ottenuti durante la bolla e costringendo numerose start-up a chiudere i battenti.
- Crisi dei mutui subprime del 2007-08. Il credito a buon mercato e delle generose condizioni di prestito portarono al crollo del mercato immobiliare USA. L’effetto a cascata fu gigantesco, e portò al crollo di una vecchissima banca di investimenti (Lehman Brothers), che diede di conseguenza inizio alla Grande Recessione, la peggiore crisi economica sin dalla Grande Depressione del 1929.
- Il crollo lampo del 2010.Il crollo lampo del 6 maggio 2010 durò solo 36 minuti, ma riuscì a spazzare via oltre $1 bilione. Il crollo venne causato da algoritmi di trading ad alta frequenza, ma i mercati fecero presto a recuperare le perdite.
- Crollo dei mercati cinesi del 2015-16. Dopo un periodo di eccessiva speculazione, il mercato azionario Cinese, dominato dalla vendita la dettagli, divenne sopravvalutato e gonfiato, con i prezzi che crescevano grazie al momentum piuttosto che ai fondamentali. La bolla scoppiò a giugno 2015, e i mercati persero oltre il 30% del proprio valore nel corso di 3 settimane. La flessione è proseguita fino a febbraio 2019.
- Il crollo del 2020 causato dal COVID-19. Dopo un decennio di prosperità seguito alla Grande Recessione del 2008, una pandemia mondiale (il coronavirus) ha spinto i governi a indire lockdown e coprifuochi che hanno letteralmente bloccato l’economia. Come risultato, a marzo 2020 il DJIA è crollato di oltre il 26% in appena 4 giorni. Nonostante ciò, i mercati si sono ripresi solo qualche mese dopo.
Cosa causa un crollo del mercato azionario?
La causa principale dei crolli dei mercati azionari è il panico degli investitori. C’è sempre un evento fondamentale che scatena un sell-off, come ad esempio il coronavirus nel 2020 e il crollo di Lehman Brothers nel 2008, ma di norma è il panico tra gli investitori che trasforma il sell-off in un crollo del mercato azionario. In genere, i crolli dei mercati azionari avvengono dopo un periodo di lunghe bull run. A questo punto, i timori di recessioni o flessioni economiche vengono esagerati dai venditori che, presi dal panico, liquidano i propri asset.
Nei più recenti crolli, però, è stato l’uso di trading informatico ad alta frequenza la causa del panico nei mercati. Gli algoritmi possono rilevare trend emergenti ed eseguire degli aggressivi ordini di vendita. Quando questo succede, gli algoritmi programmati per fare trading seguendo strategie basate sul momentum possono unirsi all’azione e accelerare la svendita, tramutandola in crollo. È quello che è successo ad esempio con il Crollo Lampo del 2010 descritto in precedenza.
Quali sono gli effetti dei crolli dei mercati azionari?
Un crollo del mercato azionario può portare a un mercato orso, che può accelerare fino a diventare una vera e propria recessione economica. Si ha un mercato orso quando le azioni scendono oltre il 10% arrivando fino a meno 20% o peggio. I mercati orso sono caratterizzati da un sentiment negativo e da un generalizzato pessimismo riguardo il futuro delle società. Per quanto i mercati orso siano ciclici, dei casi prolungati possono portare a una recessione economica.
Le azioni sono un’importante fonte di capitale per le società. I prezzi delle azioni quotate al pubblico servono anche a convalidare le società sottostanti. Quando i prezzi delle azioni scendono, la crescita delle società sottostanti ne esce minata. Ciò può portare a licenziamenti, all’aumento dei tassi di disoccupazione, alla diminuzione della spesa da parte dei consumatori e, infine, alla contrazione economica. I crolli del mercato azionario che in passato hanno portato a recessioni includono la Grande Recessione del 2008 e la Grande Depressione del 1929.
Il mercato azionario crollerà di nuovo?
La risposta a questa domanda è: Probabilmente! Le correzioni di mercato sono inevitabili. Come l’economia, i prezzi delle azioni si muovono seguendo dei cicli. Dal momento che i partecipanti ai mercati sono in gran parte controllati da emozioni quali l’avidità e la paura, è normale che prima o poi l’attività speculativa vada fuori controllo. Se la valutazione delle azioni attraversa periodi di boom guidati dalla speculazione e non dai fondamentali, allora i mercati non potranno far altro che correggersi ripristinando il valore equo. Tali correzioni a volte si prolungano in modo eccessivo, degenerando così in crolli del mercato azionario. Anche i rischi sistemici possono scatenare dei crolli, ed è molto difficile rilevarli prima che si rivelino da soli, cosa che spesso accade quando è ormai troppo tardi.
È quasi una certezza che in futuro ci sarà un crollo del mercato azionario – accade periodicamente. Ma gli attuali fondamentali ci dicono che passeranno ancora un po’ di anni prima di doverne affrontare un altro. I mercati si sono appena ripresi dallo shock della pandemia di coronavirus. I settori che avevano chiuso cominciano a riaprire, e l’attività economica sta accelerando di conseguenza a mano a mano che nel mondo prosegue la campagna vaccinale. Nel momento in cui scriviamo (maggio 2021), ci sono tutte le condizioni per un boom economico, almeno da un punto di vista dei fondamentali.
Cosa dovresti fare durante un crollo del mercato azionario?
È molto difficile predire quando ci sarà un crollo del mercato azionario. Ma quando arriva, ci sono alcune cose da fare e alcune da evitare che potranno aiutarti a minimizzare l’impatto che un crollo potrebbe avere sul tuo portafoglio. Un approccio controcorrente sarebbe quello di vendere prima del crollo.
Ciò, tuttavia, è estremamente difficile da fare, perché nessuno sa fino a che punto possono arrivare i mercati toro. Ma un indizio potrebbe essere vendere quando tutti gli altri, spinti dall’avidità, vogliono invece cavalcare l’onda dei tori. Questa sarebbe un’indicazione che le emozioni sono il fattore principale, e non i fondamentali di una società.
Un approccio cauto, però, è quello di resistere alla tentazione di vendere. Se il tuo portafoglio possiede dei titoli di qualità, devi pazientare e aspettare che il crollo passi. Per quanto doloroso, dovresti trovare conforto nelle statistiche. Oltre l’80% dei crolli hanno toccato il fondo nel giro di 10 mesi, e le perdite alla fine sono state recuperate dalle successive corse al rialzo. L’idea, però, è di disporre di una selezione di titoli di qualità, perché sono le società di qualità che hanno la capacità di non solo sopravvivere, ma anche prosperare durante i periodi difficili. È inoltre importate riequilibrare attivamente il portafoglio in base alle prevalenti condizioni di mercato. Ciò vuol dire che durante un crollo del mercato azionario ti ritroverai nella posizione ideale per acquistare delle azioni redditizie a un prezzo inferiore.
Se durante i crolli del mercato azionario desideri assorbire i rischi, potrebbe essere un’idea prudente acquistare dell’oro. Il metallo giallo si è sempre dimostrato una copertura affidabile contro i crolli del mercato azionario. Ciò, tuttavia, andrebbe fatto con cautela, in quanto i prezzi del metallo possono cominciare a scendere quando il crollo tocca il fondo.
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