La volatilità finanziaria è un fattore inevitabile nel trading, e se non correttamente gestita può causare grosse perdite. Vediamo cos’è e come gerstirla in modo efficace per non lasciarci sfuggire neppure un’opportunità di trading!

Indice:

Cos’è la volatilità finanziaria?

“La volatilità finanziaria è un indice che misura quanto i rendimenti di un certo asset si discostano dal proprio valore medio in un certo intervallo di tempo.”

Ossia la volatilità misura l’instabilità del prezzo di uno strumento in un lasso di tempo da noi scelto, e ci dice quanto è probabile che il suo prezzo cambi, e di quanto.

In ambito statistico parleremo quindi di indici di dispersione, ed in particolare di deviazione standard, anche nota come scarto quadratico medio. Ma questo strumento occupa un posto d’onore anche nella cassetta degli attrezzi del trader, perché vitale nella valutazione del rischio di base di un investimento. Il rischio finanziario, infatti, è la probabilità che il nostro trading non vada come ci aspettiamo.

In linea di massima una volatilità elevata implica maggior probabilità che il prezzo dell’asset subisca significative variazioni, aumentando il rischio potenziale. Un asset che vada incontro a variazioni di prezzo più discrete avrà invece una minore volatilità, e quindi rischi più contenuti. Si tratta però di una interpretazione troppo elementare, e per puntare ad un trading di successo bisogna rimboccarsi le maniche e fare un passo oltre.

Aggiungiamo quindi che maggiore è la volatilità, maggiore è il rischio e il rendimento potenziale dell’investimento.

In altre parole la volatilità offre allo stesso tempo rischi e possibilità: comprendere come funziona significa provare a destreggiarsi consapevolmente tra i due.

Tipi di volatilità finanziaria

La volatilità è uno dei fattori che gli investitori dei mercati finanziari analizzano quando prendono decisioni di trading. Le due tipologie più analizzate in particolare sono la volatilità storica e la volatilità implicita.

Volatilità storica

Si tratta della deviazione standard calcolata a partire dai rendimenti passati di un asset in uno specifico arco di tempo. Quest’ultimo può essere una settimana, un anno o qualsiasi altro periodo da noi scelto. Serve per sapere di quanto i prezzi si stanno allontanando dalla loro media. Questa distanza è definita in statistica scarto o scostamento.

Possiamo ottenerla selezionando lo strumento deviazione standard nel menù della piattaforma di trading.

Il procedimento per calcolarla manualmente invece è:

  1. determinare il ROR medio dell’asset nel periodo scelto
  2. fare la differenza tra i rendimenti reali e quello medio (detti scarti, deviazioni o scostamenti)
  3. elevare al quadrato ciascun risultato, sommarlo e dividerlo per il numero dei dati (ottenendo così quella che in statistica è definita varianza)
  4. estrarre la radice quadrata

Il numero così ottenuto, espresso in percentuale, rappresenta il grado di variabilità dei rendimenti dell’asset, la sua volatilità in quel dato periodo.

Volatilità implicita

La volatilità implicita è un po’ più difficile da definire, ma si è più volte confermata preziosa per gli investitori. Come lo stesso nome suggerisce, non può essere osservata direttamente, ma è necessario dedurla da un altro dato: il prezzo delle opzioni.

La volatilità implicita, infatti, esprime la sicurezza o l’incertezza degli operatori del mercato azionario nel loro complesso, ossia qualifica e quantifica il loro sentiment. Maggiore è l’incertezza e più si è disposti a pagare per fissare il prezzo di uno scambio in futuro.

Abbiamo dedicato ampio spazio all’argomento nell’articolo sul trading di opzioni, ma basti ricordare che le opzioni sono contratti per mezzo dei quali è possibile decidere a priori il prezzo di acquisto o vendita di un bene in una specifica data futura, per mezzo del pagamento di un premio. In una situazione di instabilità gli operatori sono disposti a pagare un premio più alto per le opzioni, allo scopo di assicurarsi contro potenziali avversità.

Fortunatamente non spetta al trader calcolare la volatilità implicita di ogni singolo titolo, perché il Chicago Board Option Exchange lo farà per lui, pubblicando i risultati attraverso l’indice VIX. Questo indice è infatti la media ponderata delle volatilità implicite dei titoli dello S&P500, il più importante indice mondiale.

Il VIX è un indice unico nel suo genere: riporta l’opinione degli operatori riguardo al comportamento futuro del mercato. Tuttavia, proprio perché sono gli operatori a determinarne il valore, essi stessi gli attribuiscono grande importanza, finendo così per contribuire al realizzarsi delle previsioni.

I trader fanno uso di entrambe i tipi, la volatilità storica (retrospettiva) per definire un livello di base e quella implicita (anticipatrice) per definire i valori relativi dei prezzi degli asset. Se i valori riportati da entrambe si assomigliano, si dice che il prezzo dello strumento è fair price, ossia in linea con i suoi valori storici. Per questo motivo i trader tengono d’occhio eventuali deviazioni da questo livello di equilibrio per determinare se gli asset sono sopravvalutati o sottovalutati.

Beta

Il coefficiente beta fa parte dei tool del trader per la gestione del rischio passivo, definito anche sistemico o indifferibile. Anch’esso è calcolato su base statistica, e misura la volatilità di un singolo strumento rispetto al suo indice o mercato di riferimento (benchmark). Un beta minore di 1 indica che il rischio del titolo è inferiore a quello di mercato, mentre un beta superiore a 1 che il rischio è maggiore sul titolo rispetto al mercato. Leggi di più sul coefficiente beta e come calcolarlo nelle strategie di risk management.

Gli effetti della volatilità sul trading

Sentiment degli operatori

L’analisi del sentiment è come il bollettino meteo dei mercati finanziari: difficilmente un trader adotterà una strategia che si basi esclusivamente su di esso, ma solo un imprudente si lancerebbe sui mercati senza neppure consultarlo.

E il suo grande valore è proprio nella sua condivisibilità. Ogni investitore di breve o medio termine cerca informazioni sulla volatilità attesa e gli eventi che possono innescarla per programmare il proprio trading di conseguenza. Alcuni trader si tengono ben alla larga dai momenti di estrema volatilità mentre altri al contrario la ricercano, a caccia di ampie mosse di prezzo.

Quale che sia la posizione però, l’insieme degli atteggiamenti di tutti gli investitori è la causa di alcune delle più importanti proprietà della volatilità: l’autoconservazione, la persistenza e la ciclicità.

La prima rappresenta la tendenza della volatilità a ritornare su determinati livelli considerati importanti dalla psicologia collettiva degli investitori. Questo comportamento è molto facile da osservare usando gli indicatori di volatilità come l’ATR, i canali di Keltner o le bande di Bollinger.  La persistenza invece è la proprietà per la quale i momenti di alta e bassa volatilità tendono ad avere una certa durata e ad essere ben distinti tra loro. Infine la ciclicità è l’alternanza tra i due comportamenti, per cui ad un periodo turbolento ne segue uno calmo e viceversa, secondo un ordine ricorrente.

Costi di trading

Eccoci arrivati alla nota dolente. Abbiamo già più volte chiarito che la volatilità aumenta sia i profitti che le perdite potenziali, e questo vale per tutti gli operatori del mercato, grandi o piccoli che siano. La diretta conseguenza di questa incertezza è l’aumento dei costi delle singole operazioni, come osserviamo lo spread nel mercato forex o dei CFD, o dei premi in quello delle opzioni. Vedremo tra poco come gestire un portafoglio contenente asset particolarmente volatili.

Indicatori di volatilità

Ricapitolando, gli strumenti più importanti a disposizione dei trader per monitorare la volatilità sono:

  • l’indice VIX, ticker per il Chicago Board Options Exchange Market Volatility Index, già citato, sul quale è possibile investire attraverso alcuni derivati della famiglia degli ETF. Di questi i più popolari correlati al VIX sono il iPath S&P 500 VIX Short-Term Futures ETN (VXX) che permette di prendere posizioni lunghe grazie a contratti future.
  • indicatori di analisi tecnica: i più importanti sono l’ATR, i canali di Keltner e le bande di Bollinger, tutti disponibili sulle piattaforme MetaTrader. Sono particolarmente utili per aiutare a fissare i livelli chiave del trading, nonché per tenere traccia delle fasi di mercato.

Come mitigare i rischi derivanti dalla volatilità?

La quantità di rischi che si è disposti ad assumere è molto personale e dipende dallo stile e dagli obiettivi di trading. Certo, evitarla del tutto non è possibile, ma decidere una propria comfort zone nella quale operare sì. Più è breve l’orizzonte temporale del trading, ad esempio, è maggiori sono le possibilità di generare grossi profitti o grosse perdite dovute alla volatilità. La prima regola da tener presente è quindi ampliare la visuale: la volatilità ha un effetto molto minore sugli investimenti di lungo termine

Ora che abbiamo visto come tenerla alla larga, passiamo a qualche consiglio pratico su come gestirla.

La strategia senza dubbio più efficace è quella di mantenere il portafoglio ben diversificato, in modo da compensare delle eventuali performance deludenti di qualche asset con altre più soddisfacenti. Per diversificare il portafoglio occorre lasciar perdere i pregiudizi e spaziare tra numerosi asset, alla ricerca di quelli che comprendiamo meglio e che siano meno correlati tra loro. La diversificazione di fatto aiuta a tenere sotto controllo non solo i rischi derivanti dalla volatilità dei singoli titoli, ma quella dell’intero portfolio.

Un’altra possibilità è quella di programmare attentamente il proprio trading con l’uso di un calendario economico. Grazie a questo alleato è facile sapere quando aspettarsi dei picchi di volatilità a seguito di news, report o altre dichiarazioni in grado di agitare i mercati.

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Ora che sei più consapevole su cos’è la volatilità e come tenerla a bada, metti alla prova ciò che hai imparato!

FAQ sulla volatilità

  • Come posso fare trading con la volatilità?

    Esistono numerosi metodi per negoziare mercati volatili, ma forse uno dei più popolari è lo straddle. Questa strategia di “opzione doppia” utilizza i pending orders per sfruttare la volatilità che spesso segue importanti comunicati stampa, come i report sugli utili delle società o quelli economici dei governi. In questo caso un trader “mette in sospeso” sia una posizione lunga che una corta, una per ciascun lato di un prezzo che si sta consolidando, appena prima dell’annuncio delle news. Ciò consente al trader di catturare la mossa che risulterà nell’asset, indipendentemente dalla direzione che seguirà dopo le notizie.

     
  • Da cosa è causata la volatilità del mercato?

    Esistono numerose teorie sull’origine della volatilità nei mercati ed è probabile che ognuna di esse contenga una parte di verità. È già stato osservato che i comunicati economici e le notizie aziendali causano volatilità, così come le note degli analisti e i risultati degli utili. Alcuni hanno notato che, oltre a questo, le cause alla base della volatilità provengono da short selling e robot di trading automatizzati. Altri sostengono che la volatilità è il risultato di forze psicologiche nel mercato, e che si verifica quando c’è un massiccio cambiamento nel sentiment e/o nella percezione degli investitori. Indipendentemente da ciò che causa la volatilità, è certo che esiste e i trader devono trovare un modo per affrontarla con successo.

     
  • È possibile beneficiare della volatilità del mercato?

    È possibile trarre vantaggio da qualsiasi tipo di mercato se sai come fare. I trader esperti che hanno affrontato la volatilità possono dirti che esistono una serie di strategie che possono aiutare a generare buoni rendimenti quando si verifica. Una è cominciare con il pensare in piccolo, e un successo in questo senso è essere esigente con i tuoi scambi. Poiché la volatilità può causare problemi nei mercati, è importante anche non essere eccessivamente sicuri di sé, ed essere disposti ad adattarsi e cambiare rapidamente direzione se necessario. Togli le emozioni dal tuo trading, rimani concentrato, monitora i tuoi scambi e, se tutto ciò che puoi ottenere sono piccoli profitti, accontentati3

     

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